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Anselmo Roveda, Andersen «Il sole fra le dita»

Immagine del redattore: Gabriele ClimaGabriele Clima


Dario è un adolescente sfrontato, lo incontriamo in presidenza accompagnato dalla prof. Delfrati a prendersi una ramanzina. Non deve essere la prima. Lui, a detta della rof, del resto, è una mela marcia. E Dario sembra fregarsene anche questa volta. Non lo tocca nulla. Non si lascia toccare da nulla, neanche dalla sfuriata del preside.


Non ci sono punizioni possibili per lui, e anche quella paventava e agita questa volta non sembra riguardarlo davvero. Gli toccherà entrare nel servizio volontari ai disabili della scuola, insomma, dovrà occuparsi per qualche tempo di un alunno disabile: Andy.


Per Dario, Andy è semplicemente un 'handicappato', per gli adulti di scuola invece è, solo perché più politicamente corretto, una 'persona con handicap'. Questioni di nome, perché i grandi, pure chi sarebbe preposto a quelli, sembrano non occuparsi veramente di Andy; si limitano ad avere meno problemi possibili, ad esporlo il meno possibile al mondo, anche solo all'aria del cortile.


Dario però nei suoi marasmi adolescenziali - un vuoto dentro che non è solo quello dell'età ma pure frutto di un padre assente da nove anni e di una madre che non offre spiegazioni - ne fa una delle sue: scappa con Andy e la sua carrozzina.

Destinazione Torre Saracena, un borgo non troppo lontano, forse. È da lì che gli sono arrivate le ultime notizie da suo padre, una cartolina superficiale. Dario, senza sapere bene perché, vuole rivederlo, e sempre senza sapere bene perché, parte con Andy, un ragazzo poco più che immobile sulla sedia a rotelle del quale non sa praticamente nulla.


È l'inizio di una road story tutta italiana e provinciale, credibile e intensa. Lungo il viaggio - fatto di scoperte legate alla cura dell'altro (esistono pannolini per grandi!), di amicizie strampalate e di bar da panini al prosciutto - i due troveranno un ritmo proprio, un legame che andrà ben al di là della possibilità di comunicazione, alla voglia di divertirsi, alla profondità di pensiero e desideri finora solo intravisti in Andy dagli adulti. Un'amicizia.


E mentre loro, tra qualche peripezia, si avvicinano a Torre Saracena, a scuola scoppia il legittimo finimondo. Preside e famiglie sono allarmati. Saranno i ragazzi a tornare, non prima però di un diversivo, grazie alla faccia tosta di Dario che li porta ad una festa di ragazzi bene e all'incontro con Nico, Nic, il padre. L'uomo abita in un furgone con Flora, una donna-albero stralunata. Dario vive una delusione, che forse già conosceva, ma trova anche un nuovo equilibrio.


Il ritorno a scuola lo inchioda alle proprie responsabilità, e se la scorza è quella di sempre - nulla sembra toccarlo - dentro è successo qualcosa. Complice un airone ferito, un incontro tanto pregnante quanto rapido, e soprattutto Andy. Che nel frattempo trova una vitalità inattesa. I giorni bui dopo l'avventura - Dario si è rintanato in casa - trovano ricomposizione con una visita del padre di Andy a casa del ragazzo. Vuole parlargli a quattrocchi, e già Dario trema; una denuncia già era stata minacciata. In realtà l'uomo ha capito che quell'inatteso miglioramento di Andy, la sua vivacità, ha a che fare con il rapporto con Dario, il primo a vederlo davvero per quel che è: una persona.


Un libro sorprendentemente bello, dove il tema scivoloso - e non originale in letteratura per ragazzi - viene affrontato a passo certo, in modo genuino, senza indugi e sentimentalismi. C'è da sperare possa incontrare lettori, di ogni età. Se mi fidassi di più del cinema italiano, della sua capacità di non farcire di retorica buonista e di aneliti redentivi, lo consiglierei come soggetto; forse meglio attendere mani d'oltre Frejus o Brennero.



 

IL SOLE FRA LE DITA Edizioni San Paolo Anno di pubblicazione: 2016 180 pp. Prezzo di copertina: 12 euro

Età di lettura: dai 12 anni


 

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