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Fulvia degli Innocenti, Avvenire «La stanza del lupo»



Quando appare per la prima volta, il lupo sembra vero: uno di quelli che nell'Italia centrale escono dai boschi e si avvicinano pericolosamente all'abitato. Poi, mano mano che riappare, sempre in concomitanza con una reazione improvvisa del giovane protagonista Nico, capiamo che è la metafora della sua rabbia cieca, che lo porta a reagire nei confronti dei professori, del padre, di se stesso.


Nico ha due oasi felici nella sua giovinezza tormentata: la fidanzata Claudia, che lo accetta così com'è e con la quale ha inventato un gioco, restare con gli occhi al cielo a osservare lo scorrere delle nubi; e la pittura.


Ma, per la sua energia dilagante, un foglio non basta, e allora dipinge sulle pareti della sua camera contro il volere del padre che, inesorabilmente, ogni settimana, fa venire l'imbianchino a coprire le sue creazioni. Il pugno di ferro fra i due va avanti senza tregua, mentre la madre resta una figura muta, accogliente ma incapace di un vero dialogo. Anche a scuola le cosa non vanno meglio: Nico 'sbrocca' davanti ai commenti dei professori, tanto da meritare una pesante sospensione. Si confida con l'amico Leo, anch'egli borderline, che sfida la morte con dei selfie estremi.


Il romanzo è scritto con un linguaggio asciutto, con frasi brevi che ben rendono il disorientamento del protagonista. Nico sembra inizialmente minimizzare il suo problema con la rabbia, per poi, grazie anche ad alcuni eventi drammatici e all'aiuto di uno psicologo, prenderne coscienza.


L'autore, già vincitore lo scorso anno del Premio Andersen per il miglior romanzo sopra i 15 anni, conosce bene il mondo degli adolescenti e, come precisa in una nota, ha anch'egli attraversato da ragazzo un periodo di sbandamento che lo ha però aiutato a raggiungere una maggiore consapevolezza.



 

LA STANZA DEL LUPO Edizioni San Paolo Anno di pubblicazione: 2018 192 pp. Prezzo di copertina: 14,50 euro

Età di lettura: dai 12 anni


 

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