top of page
  • Immagine del redattoreGabriele Clima

Roby che sa volare… Sappiamo davvero ascoltare i nostri bimbi?

pubblicato su ascoltandolefigure.it

Ci sono tantissimi libri che parlano di emozioni, io stessa ne ho un’intera sezione sul blog (che trovate qui), ma come si sentono i bambini che non riescano a gestire le proprie anche in età scolare? Come vivono la scuola, le amicizie, la relazione con i genitori? Riusciamo davvero a capirli e ad aiutarli?


Questo libro ci racconta la vita tra scuola, compiti, amici e famiglia del piccolo Roby che spesso si isola dalla realtà e vola con il vento in cerca di avventure lontano da sentimenti ed emozioni che non sa gestire.


Roby che sa volare: che cosa si nasconde dietro ad un bambino iperattivo

Roby, fin da piccolo, ha imparato a volare con il vento. Per lui volare non è un gioco, ma un’esigenza che lo porta lontano da tutto e lo fa stare bene, tranquillo finché qualcuno non lo scuote e lo fa ritornare alla realtà.

Quando lo incontriamo, Roby ormai è grande, frequenta la scuola primaria, ma ancora non riesce a star seduto composto in classe, non riesce a non estraniarsi e a volare con il vento.

Quando però torna con i piedi per terra i risultati sono disastrosi.

Gli adulti lo rimproverano, la supplente della sua maestra gli mette perfino il bidello affianco per tenerlo buono e quando va a far la spesa con la mamma le cose addirittura peggiorano.
Nessuno sembra capire la sua esigenza di volare tranne la sorellina più piccola, finché un giorno alla sua maestra viene una grande idea…


A chi lo consiglio…

È un racconto che può essere letto dai 7 anni in poi, ed utilizza un font ad alta leggibilità.
La consiglio anche a tutti gli adulti che si occupano dei bambini: genitori, insegnanti, nonni, maestre di scuola dell’infanzia e primaria, professori, …

È una storia delicata, a tratti divertente a tratti misteriosa, che racchiude in sé comprensione, sguardo attento e quella voglia di evasione che tutti conosciamo, ma che solitamente impariamo a gestire con il tempo.

Roby non riesce a gestire il suo bisogno di volare, è uno di quei bambini che chiamano iperattivi.
Oggi si sente questo termine, forse fin troppo spesso, ma che cosa nasconde questa iperattività?

Roby lo racconta in modo semplice, complice e soprattutto lasciando a tutti i bambini come lui la speranza di essere capiti, ascoltati, aiutati e amati come devono.

 

 

Alla fine della storia la parola è lasciata allo psicologo

Se il racconto parla ai piccoli, il capitolo conclusivo è un monito e un aiuto per i grandi. È scritto da Filippo Mittino, psicologo e psicoterapeuta.
Mittino aiuta a capire chi legge che l’iperattività è una sorta di seconda pelle per questi bambini esattamente come lo è per il vento. Il bambino vola perché è in balia dei propri sentimenti ed è importante che i genitori lo sostengano e lo aiutino a comprendere e a dare un nome alle proprie emozioni. Lo aiutino ad ascoltarsi.


“Può capitare che il bambino trovi nella figura materna solo un parziale rifornimento di soddisfazione e si debba così inventare nuove strategie per star meglio”. Da questo nascerebbe il suo bisogno di volare fuori dalla finestra con il vento, ciò viene descritto non per incolpare i genitori, ma per far capire che spesso il problema è relazionale (come sostenuto da Esther Bick già nel 1968).
“Ciascuno di noi ha maturato la capacità di gestire le proprie emozioni grazie all’ambiente famigliare, scolastico e a tutti gli altri presidi educativi che frequentano”

Ciò che amo molto di questo libro è che non si limita a descrivere un problema o a puntare il dito, ma propone soluzioni reali e invita genitori, insegnanti e chiunque si occupi del bambino a collaborare per permettergli di ridurre sempre di più il bisogno di volare ed imparare a gestire le proprie emozioni anche in età scolare.




Post

bottom of page