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  • Immagine del redattoreGabriele Clima

Monica Tappa, Zero 14 «Continua a camminare»



Continua a camminare non è solo il titolo di questo romanzo di Gabriele Clima, autore Premio Andersen 2017 categoria + 15. È come un ritornello detto da una voce che torna dopo aver fatto il giro attraversando scorci di vita. È il senso di questo libro.

La sua ombra. Il suo sentiero. È la melodia portante che a tratti prende timbri opachi e a tratti striduli. E in alcuni momenti si veste di paura e polvere.

C'è la guerra e ci sono due storie che corrono parallele e distanti. C'è un continuo specchiarsi e riflettersi di situazioni ruoli e personaggi, in questo libro. Fratelli. Che ti salvano e ti mandano a morire. Padri che hanno paura e si affidano malamente a un destino quotidiano e padri che non ne hanno per nulla e credono, credono, credono, e hanno lo sguardo asciutto che non si socchiude mai in un occhiolino d'intesa. E amici. Che hanno lo sguardo adulto e ti dicono che sei un tipo in gamba oppure ti trattano come se fossi una nullità e ti gettano addosso disprezzo che forse è la paura quando ha tagliato la strada al cuore, il disprezzo, chissà. E poi ci sono le madri, donne vestite di silenzio occhi abbassati che fanno doni lievi nel tepore di una stanza e cadono in ginocchio in una strada che non torna più indietro e non può riportare nessuno.

Ci sono frasi ‘da sottolineatura selvaggia’ che si scolpiscono nei pori e li saturano di bellezza e ci sono descrizioni che i pori te li strappano, uno a uno. E fanno un male cane.

È poesia in una tempesta di sabbia, ho scritto di pancia subito dopo averlo terminato. È saturo di quella bellezza che ti riempie gli occhi di lacrime e te li fa pizzicare come se ci fosse sabbia dentro. E salta tutto. Manda tutto in frantumi, dentro. Come fanno le bombe che lasciano pezzetti sparsi e il resto si mischia alla polvere e dentro agli occhi e ai sogni.

È un libro che viaggia a una frequenza altissima. Cristallina. Le senti le parole quando hanno la musica dentro. Te ne accorgi leggendo quando hanno un ritmo, un senso, una melodia e un'orchestra a sostenerle. Non sono in molti gli autori e i libri ad avere il dono di creare questo intreccio di trama e ordito preziosissimo, leggero e saturo di colori e disegni e particolari. Senza appesantire. Senza indugiare. Raccontando con voce piana e densa. Sussurrata, senza urlare mai. Colpisce molto questo non urlare mai. Questo accelerare appena il ritmo in modo da togliere appena il fiato, in controtempo, lasciandoci sospesi in levare e mantenere quella grazia che è commozione e compassione, apertura e abbraccio. Accordo. Incastro. Lacrime.

Ecco, è voce sussurrata che non invia il giudizio. Racconta e ti porta inevitabilmente a starci dentro, a quella storia a quelle storie che corrono parallele, si vedono da lontano poi si sfiorano e poi magari si incontrano, chissà come si incontrano. Dove. Perché. Ma non c'è tempo, non serve il giudizio, il dito puntato, la storia si svela lo stesso senza interferenze, senza sensi obbligati, senza strettoie, basta raccontare. Dire. Descrivere. La realtà è quella che è. Non la cambiano i giudizi e nemmeno gli incubi e le lacrime.

Mi emozionano le voci che ci sono in questo libro, quelle scritte e quelle che si sentono dentro, leggendo.

Una domanda ho scritto a Gabriele, una sola, dopo averlo terminato: tu senti le parole che danzano nella testa quando scrivi, vero? Che poi mi son pentita quasi subito, dico almeno non mettere quel "vero?" come se dovesse essere per forza così che poi magari mi prende per pazza o arrogante o stramba o chissà che. E lui invece ha risposto "Sì, e se non danzano non sono quelle giuste. Un po' come le cose della vita...". E quella sua risposta mi ha fatto amare ancor più il romanzo che tenevo tra le mani e la storia che si era aggrappata ai neuroni perché sì, è proprio un po' come le cose della vita.

Che cambia improvvisa in silenzio, a volte, mentre ti fai domande e cerchi un amico e ti fai domande e ti dai risposte mentre continui a camminare. Nella vita quotidiana o tra le macerie la polvere i brandelli i ricordi il presente che in un attimo diventa voragine e passato che poi è la vita della guerra, in Siria. Dove se non cammini a volte muori. E a volte, invece, camminando, puoi salvarti.

Un libro necessario.

Monica Tappa


 

CONTINUA A CAMMINARE Feltrinelli editore Anno di pubblicazione: marzo 2017 160 pp. Prezzo di copertina: 13 euro

Età di lettura: dagli 11 anni


 

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