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Liberweb - Te lo prometto

Immagine del redattore: Gabriele ClimaGabriele Clima

Agnese ha appena sette anni quando si ammala gravemente. La diagnosi è racchiusa in una sigla, LLA, leucemia linfoblastica acuta. Comincia un doloroso percorso, con lunghissimi periodi di ospedalizzazione, sino a quando, un trapianto di midollo – anch’esso con un decorso difficile – la fa uscire dal tunnel. Agnese guarisce a 13 anni. Tra il prima e il dopo, tra l’ospedale e la sua vita ormai libera dalla malattia, incontra e infittisce il dialogo con lo scrittore Gabriele Clima e insieme a lui racconta la sua storia.

Storia vera, ma che nel suo svolgersi assume un tono fiabesco, perché il sogno, i desideri (possibili e impossibili), gli amici invisibili come il cane-peluche Oni, vero co-protagonista della storia, sono la linfa che trasforma un rischiosissimo percorso in qualcosa insieme di normale ed eccezionale, di doloroso ma anche di gioioso. La gioia la danno gli incontri con le ragazzine che via via divideranno la sua stanza di ospedale, malate anche loro. Sono le persone che si occupano di lei – medici, infermiere - che le restituiranno il senso pieno della parola “cura”. Te lo prometto è, infatti, anche una storia di “normalità”e di amore.


Si può essere bambini, con i capricci, i crucci, gli entusiasmi, le voglie di quell’età, anche da malati. E si può guadagnare molto anche da una prova. “Perché proprio a me?” è la domanda quasi ossessiva che per lungo tempo Agnese si pone e pone al mondo adulto. Poi capirà che la vita va così, le cose belle e brutte si mescolano, capirà cosa significa resistere e assaporare ogni momento della vita, proprio quando essa è in bilico, capirà, più di altri bambini e bambine, quanto è prezioso ridere e quanto sono preziose le persone che ti fanno ridere. C’è chi ti cura ma anche chi ti ama senza poterti curare, come la nonna Iole, tenerissima nella sua parlata veneta, e irriducibile nella convinzione che se uno mangia guarisce, qualsiasi sia il danno.


Agnese (Franceschini) e Gabriele (Clima) hanno compiuto un piccolo miracolo: raccontare la battaglia di una bambina contro una malattia gravissima senza nascondere scoramento, rabbia, paura, ma comunicando, pagina dopo pagina, un senso di normalità e di speranza. Ad Agnese, terminato di leggere il libro, non resta che augurare una splendida vita.


settembre 2024

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