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L’irruzione dello straordinario nella letteratura per ragazzi - Conversazione con Fanuel Hanán Díaz

Conversazione con Fanuel Hanan Diaz alla Feria Internacional del Libro de Barranquilla, 6 novembre 2020 (stralcio)

Le tue storie, Gabriele, trattano generalmente temi come la crescita, le relazioni, la violenza, l’adolescenza, l’integrazione, l’identità. Due dei tuoi romanzi per ragazzi, ‘Il sole fra le dita’ e ‘La stanza del lupo’, sono stati tradotti in spagnolo da Norma Ediciones. Altri tuoi libri sono Black boys, che esplora l’universo dei gruppi violenti, e ‘Il bambino che faceva le fusa’, in cui adotti il punto di vista di un gatto. Tutti i tuoi romanzi hanno un contenuto molto realistico, come può convivere lo straordinario con contenuti di questo tipo?

Hai ragione, Fanuel, le mie storie sono molto realistiche, e molto realistico è il modo con cui restituisco le sensazioni e le tempeste emotive dei miei protagonisti. Anche quando queste sensazioni sono legate a quello che hai chiamato straordinario e che per me è parte integrante di quello che io considero reale.

Credo che la definizione di 'reale' abbia molte sfaccettature; reale, per lo scienziato, è la realtà sensibile, quella che si può stabilire scientificamente; per il mistico è l’opposto, è ciò che non si può toccare o misurare e di cui il mondo sensibile è solo emanazione; ancora, per il folle la realtà è il suo immaginario, abnorme e debordante, per un bambino il racconto che della realtà lui riesce a fare, cioè il magico e il fantastico, e per l'artista, ovviamente, è la sua arte.


Il punto è che dalla rivoluzione scientifica in avanti (da Cartesio e Galileo per intenderci) il reale è diventato solo ciò che si può misurare. E questo ha creato una frattura fra quello che è misurabile e quindi oggettivo e quello che non è oggettivo perché non misurabile. È esattamente in quella frattura che a me piace lavorare, per ricollegare due parti, il reale e lo straordinario, il misurabile e il non misurabile, il governabile e il non governabile (una cosa che ci fa molta paura) di cui l’uomo e la realtà sono di fatto un unico insieme.


Se prendiamo 'La stanza del lupo', per esempio, al di là del discorso legato alla rabbia e alla sua formazione, ci accorgiamo che l’irruzione del lupo è esattamente questo, il non-governabile che reclama la sua parte di esistenza. E la lotta di Nico con il lupo è il reale che reclama la sua, Nico e il lupo essendo due esistenze contrapposte che hanno ognuna il diritto di esistere. L'unico modo per risolvere la situazione è che Nico accolga il non-governabile nella sua realtà sensibile, perché a quel punto - come avviene - il lupo diventa realtà a tutti gli effetti, attraverso l’Arte, che è una forma di realtà misurabile ma anche non misurabile, governabile ma anche non governabile. Perciò credo che lo straordinario sia a pieno diritto una parte del reale, e non può essere fatta una distinzione netta fra l'uno e l'altro.

Nella stanza del lupo che hai citato, c’è un momento in cui noi, come lettori, crediamo davvero alla presenza reale del lupo. Non voglio fare anticipare nulla del libro, ma ti chiedo: può lo straordinario, che sta dall’altra parte della frattura di cui parli, aiutare a spiegare aspetti che stanno dalla parte della realtà?

Lo straordinario può spiegare moltissimi aspetti della realtà, esattamente come una fiaba li spiega ad un bambino meglio della realtà stessa, perché parla il linguaggio del magico, del sogno, dell’incredibile, che è tipico dell’infanzia. Un grande autore italiano, vissuto nel secolo scorso, Italo Calvino, che ha lavorato moltissimo sulle fiabe popolari, raccogliendole e facendone un’opera enciclopedica, diceva che il fantastico - che è una declinazione dello straordinario - è un mezzo privilegiato per capire il mondo reale, perché trasforma l’immaginario in realtà sensibile e ci dà gli strumenti per modificarlo. Sono ovviamente strumenti diversi da quelli della logica, della scienza o della tecnica, che ci consentono sì di modificare il mondo, ma non di immaginarne uno nuovo. Il fantastico invece ha questo grande potere, permette di immaginare mondi possibili e di decidere quale di questi mondi trasformare in realtà.

Lo straordinario fa anche un’altra operazione che aiuta moltissimo la comprensione della realtà: e cioè dà a un lettore, a un bambino lettore soprattutto, una grammatica per capire i suoi sentimenti, la sua dimensione emotiva interiore. E sappiamo benissimo che in un bambino la prima raffigurazione del mondo avviene attraverso l’affettività. I sentimenti hanno una fondamentale funzione cognitiva, perché ci fanno capire gli effetti del nostro agire sul mondo e dell’agire del mondo su di noi.

La fiaba, il fantastico, la frequentazione dell’immaginario promuovono questo processo, che è un processo cognitivo e sociale. Pensiamo per esempio ai miti delle civiltà antiche, a cui era proprio affidato il compito di insegnare agli uomini i sentimenti. Oggi di miti non ne abbiamo più, almeno non in quella forma, ma abbiamo la fiaba e il racconto fantastico, che riescono a spiegare il mondo a un bambino che il mondo non sa cosa sia.

È molto interessante quest’idea dello straordinario come prima grammatica per avvicinarsi al mondo, e in questo senso ci sono moltissime dimensioni dello straordinario. Ho letto il tuo ‘Il bambino che faceva le fusa’, che non è stato ancora tradotto in spagnolo e in cui in modo molto originale narri la storia dalla prospettiva di una gatta. Può questo aiutare a raccontare un tema così difficile e delicato come l’autismo, il tema centrale del libro?

Mi piace pensare vestire la realtà di fantastico recuperando il fantastico dalla realtà stessa, e penso abbiamo un gran bisogno di abitare lo straordinario. Nella storia che hai menzionato, Pepe, la gatta protagonista (che fra parentesi è la mia gatta e davvero si chiama Pepe), permette a tutti coloro che abitano nel condominio di sperimentare davvero qualcosa di straordinario, cioè l’accettazione naturale e spontanea di chi è diverso da noi, come Tommi, bambino autistico, che per riprendere il concetto di prima rappresenta l’irruzione del non-governabile all’interno della tranquilla quotidianità di quel condominio. I bambini questo lo fanno, perché in loro reale e straordinario non sono ancora così nettamente separati, mentre quello che facciamo noi adulti è il contrario, è eliminare lo straordinario dalla nostra vita quotidiana. In questo modo ci stiamo via via trasformando in tanti piccoli monarchi di universi chiusi. E questo fa male a noi e a un sacco di altra gente.


Feria Internacional del Libro de Barranquilla, 6 novembre 2020

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