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Grazie. A tutti.

Immagine del redattore: Gabriele ClimaGabriele Clima

28 maggio 2018

Per me questa è stata l’ultima settimana di incontri con le scuole, con più di 2.000 studenti visti in questi ultimi sette giorni, più di 30.000 da dicembre ad oggi (secondo i primi conteggi), dalle scuole elementari alle scuole superiori, con un record (per «gentile imposizione» di una libraia così carina e in gamba che come fai a non accontentarla) di sette incontri in un solo giorno. E poi c’è stata la formazione, bellissima, emozionante, che mi ha permesso di incrociare esperienze e realtà altrui individuando percorsi da far crescere insieme. Insomma, per dirla alla Forrest Gump «Sono un po’ stanchino…». Ho ancora qualche incontro, in verità, da qui a metà giugno, gli ultimi colpi di una stagione che però, nel suo complesso, si è conclusa ieri.

Ecco, è stato bello, bellissimo, vorticoso e delirante, estenuante e entusiasmante, ma soprattutto è stata l’occasione per capire. Per capire che quella delicatissima filiera fatta da editori, librai, bibliotecari, insegnanti e scrittori funziona, e dove funziona funziona alla grande, e riesce a radicare, anche nelle realtà più refrattarie, il circolo virtuoso dell’educazione alla lettura. Grazie dunque agli editori e ai librai, grazie ai bibliotecari, grazie agli insegnanti, anche ai dirigenti (pochi, questi ultimi, sempre troppo pochi) che ho incontrato quest’anno, e al loro lavoro faticosissimo e prezioso perché in continuo e necessario rapporto di scambio e collaborazione. E grazie anche a coloro, rarissimi fortunatamente, che mi hanno fatto vacillare, coloro che non hanno apprezzato, che hanno vissuto con fastidio questa insulsa e inutile mania di organizzare incontri con gli autori; grazie anche a loro (ripeto, rarissimi fortunatamente) perché mi hanno fatto capire dove sono i pericoli, i buchi, le mancanze, e dove andare a costruire. E i ragazzi, infine, quanta vita, quanta vita; tutti i ragazzi che mi hanno sorriso e mi hanno amato, che mi hanno sfidato con gli occhi, gli sguardi, le domande, che mi hanno seguito nelle strade tortuose del dibattito, del confronto, della provocazione, che mi hanno costretto a mettermi in gioco, comunque e sempre, a scendere nell’arena perché con loro mica puoi barare, che hanno riso e pianto insieme a me, che hanno letto un libro per la prima volta nella loro vita e da quel libro hanno tratto storie, musica, teatro, arte, danza, vita appunto. Grazie dunque. Il lavoro da fare è ancora tanto. Io non vi mollo.

Ci vediamo l’anno prossimo.


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