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Alice Bigli: strategie di lettura


Nella giornata mondiale del libro, o gente che si interessa di questi strani oggetti, avrei giusto una riflessione da condividere che stavo covando. Un po' lunghetta ma tanto voi siete gente che legge, no? Ecco io la vedo così:


1. Perdiamo lettori come in un'emorragia. È come se avessimo una vena aperta e intanto ce la stessimo ridendo e giocassimo a fare gli stupidi. È come se avessimo una macchina lanciata ad alta velocità contro un muro e non stessimo cambiando direzione. Se il suicidio è intenzionale e consapevole non ho capito niente io e gli altri nove punti non servono a niente, se no è urgente fare qualcosa.

2. Le cose da fare sono due: bisogna formare nuovi lettori tra i non lettori e bisogna rendere i lettori deboli lettori più forti.

3. Per formare nuovi lettori bisogna partire dai giovani e partire dalla scuola. Senza se e senza ma. I non lettori si agganciano solo lì. Partire dalla scuola vuol dire investire in sensibilizzazione, aggiornamento, formazione degli insegnanti e in progetti seri per le classi. Vuol dire piantarla di criticare e mettersi tutti al SERVIZIO della scuola. Poi tutto questo non basta. Occorre sempre chiedersi anche cosa facciamo, dopo, per chi legge.

4. I progetti "speciali" sul territorio si fanno quando ci sono quelli di base. Se non ci sono libri, biblioteche, librerie, se le scuole non fanno nulla, il resto è mettere una ciliegina sulla torta che non c'è. Quando le basi finalmente ci sono, allora, per la miseria, un po' di coraggio e creatività.

5. C'è bisogno di fare progetti SERI sulla lettura. I progetti seri contengono degli obiettivi e dei risultati da raggiungere. Un progetto serio alla fine prevede una VERIFICA DEI RISULTATI. Fare un evento, una cosa una tantum, non avere obiettivi, non verificare un accidente alla fine, non è un progetto.

6. Un progetto che non porta risultati va cambiato. Non ce ne deve fregare niente se l'abbiamo fatto noi, se ci eravamo tanto affezionati, se chi l'ha condotto si è divertito, non importa persino se chi ha partecipato si è divertito. Se il progetto serviva a far leggere ma non fa leggere, bisogna avere il coraggio di cambiare. Se progetto non funziona si ammette, pure se l'ha fatto il nostro miglior amico, vogliamogli pure tutto il bene del mondo ma non c'è più tempo di scherzare sugli obiettivi e i risultati.

7. Le risorse umane di tempo economiche sono poche. Neanche poi pochissime, in realtà, se guardiamo bene, ma occorre che ognuno si faccia totalmente pienamente responsabile di ogni ora di lavoro e di ogni euro speso nei progetti sulla lettura. Ogni ora e ogni euro spesi male sono tempo e soldi che non sono stati dati a progetti che fanno bene e portano risultati. OGNI ORA E OGNI EURO. Pure il biglietto dell'autobus per andare a un incontro senza senso bisogna pensarlo come un euro non finito dove poteva fruttare. E finiamola col "si ma poi magari, è uno stimolo, poi in futuro, è stato bello lo stesso..." Col cavolo. Se poi ci troviamo senza tempo o soldi per un buon progetto e ne abbiamo sprecati altrove dovrebbe esserci particolarmente chiaro il concetto di essere RESPONSABILI di queste scelte.

8. Non c'è tempo, spazio, senso per personalismi e protagonismi. E bisogna fare rete. Se ci sono cento cose da fare e ci ostiniamo a rifare l'unica che qualcuno fa già, e bene, per fare vedere che la sappiamo fare anche noi ci comportiamo da idioti. Se a renderci contenti è il fatto che hanno invitato noi, fatto parlare noi o fatto organizzare a noi invece di essere contenti per un progetto ben fatto (o scontenti per uno mal fatto) bisogna fermarsi. Notarlo. Riavviare il cervello.

9. Le parole che usiamo ci possono aiutare a pensare in modo differente. Non so voi ma io di sentire parlare di "promozione" non ne posso più, fa veramente supermercato. Parliamo di "educazione alla lettura", "pedagogia della lettura", "politiche per la lettura". Subito l'orizzonte si amplia, il pensiero si fa più strutturato. Il confuso agitarsi per il qui ed ora chiede di essere sostituito con un ragionamento complesso su risultati a lungo termine.

10. Tutti coloro che hanno a cuore la lettura possono contribuire a cambiare rotta: genitori, insegnanti, bibliotecari, autori, librai, giornalisti, recensori di libri, giocolieri lettori, racconta fiabe per insetti di prato o che so io. Le competenze però spesso non sono intercambiabili. Non possiamo fare che ognuno fa bene solo il suo mestiere e lascia fare il resto a chi è più specificamente competente, con un atteggiamento di collaborazione e di umiltà? Possiamo non sminuire il percorso che forma una competenza? La mamma che di mestiere è pasticciera può essere un'ottima mamma e pure un'ottima pasticciera ma no, non è sufficientemente competente per dare consigli su un percorso di lettura. E anche quando siamo tra gente che lavora tra i libri e ci pare che infondo l'autore che organizza l'evento, il libraio che si occupa di comunicazione e ufficio stampa, l'editore che conta sui bibliotecari per vendere le copie e l'insegnante che chiede ai genitori una bibliografia infondo possano funzionare, stiamo attenti. Il caos infernale è dietro l'angolo.

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