Giulia Gioffrè, Leggere a colori «Continua a camminare»
Dallo sfondo del conflitto siriano emergono due storie, due vicende di cronaca recuperate da un quotidiano, attraverso le quali si raccontano quelle storie di uomini, bambini e donne che vivono sotto i bombardamenti, la storia di chi ha un unica speranza per sopravvivere: mettersi in cammino.
“No, Salìm, non rubo i libri dalle case,” dice. Mi guarda. “Li salvo, fratellino, li salvo dalla guerra.”
Come si può salvare quello che è dentro di noi, la nostra anima, la nostra umanità, la storia di un paese ormai dilaniato da anni di guerra? Salvando i libri, questo è ciò che diceva suo fratello a Salìm, prima che lo vedesse morire sotto i bombardamenti, ed è questo a cui pensa, mentre cammina nel deserto per raggiungere la salvezza insieme a suo padre.
Nel frattempo, nello stesso deserto, sotto le stelle, c’è Fatma, che si dirige verso un campo militare, indossando il regalo ricevuto dall’amato fratello, una cintura esplosiva. Si alternano, così, le voci di Fatma e Salìm, lei una dolce tredicenne, che cerca intorno a sé la bellezza di un mondo ormai distrutto, che cerca conforto nelle braccia di una famiglia, che adora, rispetta, di un fratello che ammira, non capendo il motivo di quel regalo, del sacrificio per la gloria di Dio; anche Salìm ha tredici anni, lui cammina tenendo stretto il libro di poesie del fratello, con il quale, lui diceva, avrebbe fermato i Kalashnikov, Salìm lo sapeva che il fratello era una “testa d’asino”, ma sapeva anche che nessuno può fermare una testa d’asino. Due vicende speculari, apparentemente diverse, ma legate dallo stesso inesorabile destino.
Continua a camminare è un libro che si legge tutto d’un fiato, che ci trasporta dentro la verità che si nasconde dietro il fenomeno dell’immigrazione, ma che non risulta mai essere troppo pesante o angoscioso nonostante l’argomento forte di cui tratta. La scrittura è fluida e lascia al lettore la possibilità di vedere il mondo con la purezza tipica di un fanciullo, soffermandosi spesso su piccoli dettagli che riescono a far passare l’orrore della guerra in secondo piano, facendo emergere l’umanità che ne rimane.
Approfondimento
La semplicità delle storie raccontate in Continua a camminare di Gabriele Clima consentono al lettore di immedesimarsi nei personaggi, i quali possono rappresentare ognuno di noi, che senza volerlo si trova in una guerra che non ha scelto, che non riesce nemmeno a comprendere. La bellezza di questa lettura è proprio la capacità di riuscire a far riflettere su tematiche come l’immigrazione e la guerra, senza andare, però, ad indagare le parti in causa o le ragioni che hanno scatenato tale confitto, ma romanzando due vicende lette su un giornale, dando voce a chi troppo spesso nelle guerre viene messo e lasciato in secondo piano, il cittadino.
Il migrante, qui, non viene visto con l’occhio di un disperato che fugge, ma come un padre che ha perso un figlio mentre salvava libri, e cerca con tutte le sue possibilità di proteggere la sua famiglia portandola in Europa; il kamikaze, non è un pazzo che si uccide in nome di Dio, è una bambina che non sa nemmeno perché viene spinta a fare questo, o forse lo sa, ma nonostante tutto crede nella bellezza di ciò che la circonda, è legata alla sua città che non vuole lasciare per nessun motivo al mondo.
Continua a camminare non parla di odio, Continua a camminare esalta la voce di un paese che contrappone alla guerra la bellezza, a sostegno di questo, infatti, ogni capitolo si apre con una lirica di poeti siriani contemporanei.
Se avessi saputo che l’amore era così pericoloso
non avrei amato
Se avessi saputo che il mare era cos’ profondo
non avrei navigato
Se avessi saputo quale sarebbe stata la mia fine
non avrei iniziato.
(Nizar Qabbani)
CONTINUA A CAMMINARE Feltrinelli editore Anno di pubblicazione: marzo 2017 160 pp. Prezzo di copertina: 13 euro
Età di lettura: dagli 11 anni
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