“Alibel. La Malastriga”: Fulvia Degl’Innocenti recensisce Gabriele Clima e Francesca Carabelli
Quando si arriva alla parola fine di "Alibel, la Malastriga", il primo pensiero è: come resistere prima dell’arrivo del secondo volume? Tanti sono i misteri rimasti insoluti, in questa storia a cavallo tra l’epoca dell’Inquisizione e i giorni nostri.
C’è il mondo soprannaturale, fantasmi, visioni, alchimia. Il tutto attraverso il rapporto cristallino tra due bambini: Ben, tredicenne autistico ad alto funzionamento, una fissa sui corvi, e la voglia di uscire dai recinti della sua condizione. Alibel, 10 anni, vestita come una bambola d’altri tempi, una conoscenza enciclopedia grazie alla nonna adottiva che le legge ogni giorno le voci del dizionario e alla sua insaziabile curiosità.
In un’estate romana senza gli obblighi della scuola, i due vanno alla scoperta della città, e attraverso una medium, la Malastriga e il suo doppio, la Malastorta, fanno viaggi in un passato nebuloso e drammatico. Non voglio svelare troppo di una storia che man mano assume un contorno misterioso e inquietante.
Ma l’aspetto che vorrei sottolineare è la capacità degli autori, nell’intreccio, di scendere in profondità, attraverso i dialoghi e le riflessioni mai banali di quei bambini speciali in cerca di sé stessi grazie alla loro amicizia. Ben, oltre che con la sindrome, deve fare i conti con la malattia della madre, Alibel con la sua condizione di orfana senza ricordi.
C’è tanta conoscenza del mondo dell’infanzia da parte di Gabriele Clima, la sua grande sensibilità nel toccare temi difficili, e la maestria nel tessere la storia. Il progetto è nato insieme con l’illustratrice e anche autrice Francesca Carabelli, che ha condiviso con Clima l’idea originaria e ha realizzato insieme a lui (che nasce come illustratore) delle tavole bicolori molto intense.
28 marzo 2022
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