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SORRISO FARFALLA, DELFINO E T-REX

Sorriso farfalla, delfino e T-Rex

SORRISO FARFALLA, DELFINO E T-REX

– Ci sono tre tipi di sorrisi: il sorriso farfalla, il sorriso delfino e il sorriso T-Rex.
– Perché farfalla, delfino e T-Rex?
– Perché è così che li ho chiamati, non ti piace?
– Ma nessuno di questi animali sorride. Nessun animale sorride, in verità.
Alibel sbuffò. – Se non ti piacciono i miei sorrisi rivolgiti a un’altra insegnante.
(Alibel, La Malastriga, pag. 103)

La catalogazione dei sorrisi di Alibel (sorriso Farfalla, Delfino e T-Rex) si basa su uno studio coordinato da Magdalena Rychlowska, ricercatrice di psicologia sociale della Cardiff University, insieme all'Istituto di Neuroscienze e di Psiclologia dell'Università di Glasgow e il dipartimento di Psicologa dell'università di Madison-Wisconsin.

A partire dalle ricerche sulle microespressioni facciali di Paul Ekman (nella foto), lo studio ha individuato tre principali tipologie di sorrisi alla base delle relazioni sociali e della comunicazione non verbale.

"Abbiamo considerato tutte le situazioni in cui produciamo un sorriso sincero e non volontario in presenza di altre persone, ossia un 'sorriso sociale'" spiega Magdalena Rychlowska, "e abbiamo trovato che possiamo raggruppare questi sorrisi in tre grandi categorie. La prima è il sorriso felice, di "gratificazione", quello che facciamo per far capire all’altra persona che apprezziamo ciò che ha detto, ad esempio una battuta, o una sua azione. E’ una sorta di incentivo per ottenere la ripetizione del comportamento apprezzato. Il secondo tipo di sorriso è quello “di affiliazione”, che usiamo per far capire all’altra persona quanto le siamo vicini emotivamente. Il terzo tipo di sorriso è quello di superiorità. Sono i sorrisi-base, utili a coprire diverse situazioni sociali come composizione di questi tre gruppi. Ad esempio, un "sorriso orgoglioso" può mescolare elementi de sorriso di gratificazione e del sorriso di superiorità".



Il passo successivo è stato scoprire l’aspetto visivo dei tre tipi di sorriso. "Per capirlo abbiamo generato al computer un grande numero d espressioni facciali, composte da tanti movimenti diversi e con un solo particolare in comune: l’attività del muscolo zigomatico maggiore, quello che permette di considerare “sorriso” un’espressione del volto» spiega Rychlowska. "Poi abbiamo mostrato tutte queste espressioni a 55 studenti, chiedendo loro: "Vedi qualche espressione che secondo te è un sorriso di superiorità, di affiliazione o di gratificazione?".

Raccolte tutte le risposte, gli psicologi hanno individuato i singoli movimenti facciali più correlati alle tre categorie di sorriso. Il sorriso di gratificazione è caratterizzato dal sollevare in modo simmetrico i muscoli zigomatici, dall’accentuazione di “zampe di gallina” ai lati degli occhi e da una tensione del labbro superiore. Il sorriso affiliativo è altrettanto simmetrico, ma vede le labbra premute una contro l’altra e assottigliate. Il sorriso di superiorità è asimmetrico, prevede sopracciglia più arcuate e zigomi più sollevati, e un lieve arricciamento del naso. "Per universalizzare i risultati di questo primo esperimento, ne abbiamo condotto un secondo: dopo aver mostrato a dei nuovi partecipano i tre tipi di sorriso, abbiamo chiesto: “Questo che vedi è un sorriso di superiorità, di affiliazione o di gratificazione?”. Così da capire quanto fossero percepibili le differenze tra le tre diverse espressioni", spiega la ricercatrice. "I risultati ci hanno confermato che le tre espressioni individuate nel primo esperimento sono in effetti quelle più caratteristiche dei tre diversi sorrisi". Lo studio ha una sua utilità nell’approfondire la conoscenza sul rapporto tra emozioni e mimica facciale, ma ha anche un risvolto pratico: "Aver definito quali sono i muscoli coinvolti nei sorrisi “sociali”, sorrisi fondamentali per le interazioni umane, - conclude Rychlowska - può essere di aiuto ai chirurghi plastici per capire a quali muscoli dare priorità nelle operazioni di ricostruzione del volto".

fonti: www.journals.sagepub.com e www.repubblica.it/scienze


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