gabriele clima
I SEGRETI DELL'ARMILLA
il mistero dell'armilla
La donna svolse il pacchetto e ne estrasse un bracciale di colore scuro, che una volta doveva essere stato lucido e splendente. Non era molto elaborato, una semplice piattina di metallo che si chiudeva su sé stessa e terminava, alle estremità, con due sfere irregolari che quasi si toccavano.
(Alibel, Il libro nero, pag. 159)
Nella Roma antica, i bracciali (chiamati armille), erano abbastanza diffusi, alle braccia, ai polsi e anche alle caviglie (periscelides). Sono quasi sempre in oro, pochi quelli in argento e ancor meno quelli in bronzo. Negli esemplari in oro, spesso la verga non è piena ma costituita da una lamina.
Le donne portavano sovente gioielli a lastra, che si aprivano a pressione, attorno al braccio o all'avambraccio.
Le cavigliere possedevano spesso dei pendenti leggeri che risuonavano al passo delle leggiadre fanciulle romane; molto frequenti erano le cavigliere in argento, che lasciava un suono più tintinnante. Insomma tra orecchini e periscelides quando una fanciulla romana passava si notava per il gradevole tintinnio alle orecchie e ai piedi.
Il modello prevalente a Pompei ed Ercolano, è quello a serpente, generalmente con il corpo del rettile avvolto in una o più spire, o a due teste affrontate, o con pietre incastonate sul capo o negli occhi.
Le armille seguivano le mode dei tempi: quelle con verga a nastro avvolta in spire e teste di serpe divergenti alle due estremità del bracciale (come quella trovata nella casa del Fauno a Pompei) sono del I sec. a.c.; quelle con verga a nastro ma con una sola testa, di età augustea; quelle con verga tonda, del I sec. d.c. inoltrato. Il serpente, nell'antichità e in tutte le epoche e in tutte le parti del mondo, ebbe un significato sacro e apotropaico.
Il serpente era il simbolo della Dea Tellus, di ogni Dea della Natura, pertanto simbolo di fecondità e prosperità.
Le realizzazioni sono superbe, nel corpo assottigliato verso la coda, nelle scaglie ben delineate, nella testa ben scolpita e negli occhi costituiti da perline di pasta vitrea.
Frequenti sono anche le armille con semplice verga tonda e cava, spesso riempita di resina o altro materiale per ottenere una maggiore solidità, solo con un castone liscio, appena accennato; altre possono recare una o più pietre di smeraldo.
Un altro modello tipico di questo periodo è il bracciale costituito da una serie di calotte ovoidali o coppie di calotte semisferiche agganciate fra loro.
Questo bracciale, che ricorda quello degli orecchini a spicchio di sfera e delle armille a verga tonda, è del gusto tipico dell'oreficeria romana fra il I sec. a.c. e il I d.c., un gusto sobrio ed elegante che preferisce le superfici lisce al quelle granulate granulazioni e filigranate del mondo etrusco ed ellenistico. Modelli più rari sono le armille con verga a nastro e castone decorato a sbalzo o quelle a maglie rigide.
Fonte: www.romanoimpero.com