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Io non ci sto. L'estate che divenni partigiana

Io non ci sto. L'estate che divenni partigiana

Giulia, dieci anni, una settimana passata in campagna, dal nonno, senza internet né tv: una vacanza che si prospetta decisamente noiosa. Ma Giulia non sa ancora che sta per vivere un’avventura di quelle che non avrebbe mai neanche immaginato.


Una storia sul valore della memoria e sull’impegno civile che oggi, a distanza di più di settant’anni, la Resistenza partigiana è ancora in grado di insegnarci. Giulia imparerà il valore del prendere una posizione, del fare sentire chiaramente la propria voce. Prestarla a chi non ne ha, perfino, come accade per Testa-de-mul, che tutti trattano come un ritardato. Perfino il nonno, sia pur consapevole che la cosa è sbagliata, sostiene che è così da sempre, e nessuno può farci nulla. Be', Giulia non ci sta, chi dice le cose non possano cambiare?

(…) E sto pedalando sul sentiero che scende alla vecchia ferrovia, quando un pensiero, anzi, una parola, mi balza in testa all’improvviso: abitudine. L’ha detta il nonno, prima, mentre stavamo cucinando; e adesso, tutt’a un tratto, si è messa a ballarmi qui davanti al naso, seguendo le buche del sentiero. Abitudine. A ben pensarci, abitudine può essere una parola molto pericolosa. Un’abitudine è qualcosa in cui ti infili così, senza pensarci. È un’abitudine, appunto, mica te ne accorgi che la stai prendendo. Se è una bella abitudine, ok, niente da dire, ma se è brutta? Questo sentiero, per esempio, che ho imboccato adesso pedalando, senza rendermene conto, be’, mica posso essere sicura che mi porti in un bel posto. Un’abitudine è la stessa cosa, è una strada che prendi senza rendertene conto e che segui perché ormai l’hai imboccata. Ma non l’hai deciso tu, è lei che ti ha guidato, e adesso ti governa e ti impedisce di farti domande. Ti frega, l’abitudine.

E ad aiutarla sarà proprio il nonno che, dopo essersi reso conto che Giulia ha ragione, le racconterà di quando lui e i suoi amici dissero “no” alle ingiustizie del fascismo. Come loro un tempo, anche la nipote adesso è partigiana, perché, come le rivela, partigiano è chiunque si ribelli, chiunque faccia sentire la propria voce, chiunque si schieri contro le ingiustizie.

Ciò che Giulia non si aspetta è che proprio questo, il suo essere partigiana, il suo schierarsi, il suo andare avanti nonostante il suo temere di chi è più forte di lei, le permetterà di conquistare l'amore di chi, per età e natura, non si sarebbe mai aspettata di poter conquistare.

(…) Tosi stringe gli occhi e solleva un angolo della bocca. Per lui in quel momento io sono, che so, tipo un topolino che sfida un orso bruno. «Levati di mezzo» gli ripeto; e questa volta la mia voce si sente un po’ di più. Lui alza la testa. «E perché?» «Perché sì». «Perché si?» Cerco di sembrare ferma e risoluta, ma davvero non so cos’altro dirgli. Cosa può dire un topolino a un orso bruno? Cosa può dirgli perché l’orso smetta di fare l’orso? Lo guardo. «Perché sì» ripeto. «Perché non posso credere che sia tutto qui quello che sai fare». Mi avvicino, mi avvicino a lui cercando quello sguardo così chiaro. «Non posso crederci perché lo vedo dai tuoi occhi che non è così». Tosi non risponde. Distoglie lo sguardo, si sistema il ciuffo. Torna a guardarmi. «Quelli sono occhi coraggiosi» continuo io. «Si vede subito, non sono occhi di chi sfida una ragazzina di città, di chi se la prende con chi non può difendersi». Mi avvicino ancora, adesso sono proprio sotto di lui, quasi appiccicata, quasi naso contro naso, se non fosse che lui è più alto di due spanne. «Vuoi davvero fare colpo su di me?» gli chiedo. Gli sorrido. «Allora dimostrami davvero che hai coraggio. Fai una cosa che ti fa paura». «Una cosa che mi fa paura…» ripete Tosi. Abbassa gli occhi, solo un attimo. Poi li chiude e posa le sue labbra sulle mie.

DI QUESTO LIBRO HANNO SCRITTO:

«C'è molta attenzione, in questa storia. Ai termini, al linguaggio, alle pause, alle immagini. Una grande cura.» Oriana Picceni«Una storia di educazione al contrario, e poi di educazione tra pari» Mara Mundi

«Semina, Gabriele Clima. Piccoli semi di memoria, di bellezza e di Storia» Monica Tappa


«Il passato influenza il presente in questo delizioso libro»

Gli amanti dei libri

Romanzo, 142 pagine, età di lettura dai 9 anni
Tematiche: amicizia, solidarietà, impegno civile, Resistenza partigiana

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