Gabriele Clima
Poesia rumorosa
Laboratorio di poesia ‘A pescar le parole’, classi elementari. Si gioca con le parole, con quelle ritagliate dai giornali e con quelle che nascono dal caso, quelle che si scontrano, che risuonano. Tommi però decide che lui le parole non le vuole usare. La sua insegnante di sostegno mi si accosta, mi dice che Tommi a parole non riesce a esprimersi. Mi avvicino, guardo il foglio: Tommi ha tracciato una riga ondulata. Sembra un serpente. «È un serpente?» gli chiedo. Lui fa issssssshhhh e dondola la testa. «Un serpente che striscia?» chiedo ancora. Lui annuisce, e accanto gli disegna un fiore, e poi una bellissima esplosione di colore. Poi continua, una linea tratteggiata, un cerchio… Sta scrivendo la sua poesia, la sua poesia per immagini, fatta di parole che non nascono dalle parole. «Ma non è mica una poesia!» dice Chiara. «Uhm, ne sei proprio sicura?» le chiedo io. «Proviamo a recitarla?». Tommi mi dà il foglio, e insieme cominciamo a fare suoni e versi, dando voce a tratti, linee, colori. E in un attimo si riprende, tutti quanti, e il lavoro improvvisamente si trasforma in un laboratorio di poesia visiva fatta di segni, di suoni sulla carta, che ognuno recita e interpreta con la voce a suo modo, comprese le insegnanti. E mentre guardo Tommi che ormai è lanciato nella sua produzione grafico-poetica, penso a Gardner, e alle sue sette intelligenze. Tommi mi sorride, mi fa issssssshhhh, semplicemente, e torna a tracciare. Eccolo qui, mentre ci regala (sulla lavagna, perché il foglio mica gli bastava) una delle sue bellissime 'poesie rumorose'.
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