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  • Immagine del redattoreGabriele Clima

«Il bimbotoro sono io!»

da Laurapensaweb, luglio 2019


Si avvicina al libro attirata dalla ruggente, vivida illustrazione di copertina di Giacomo Modica. Comincia a sfogliarlo svogliatamente, senza fermarsi su una pagina in particolare, in sottofondo noi grandi al tavolo continuiamo a chiacchierare del più o del meno ma “Mamma! Senti!”. La bimba ha abboccato al libro, e adesso ci vuole tirare tutti dentro la storia.

Il gioco comincia leggendo a voce alta le descrizioni più ridicole, e confrontandole ridendo a compagni e compagne di classe: la bambina zanzara, il bimbopesce… ma poi la lettura diventa più attenta, e la bambina cerca di riconoscersi in una delle tipologie di bimbianimali che corredano il libro Il bimboleone e altri bambini “Il bimbotoro, sono io” esclama ridendo “testarda, piena di energie, mamma, devi lasciarti incornare!”

Sua sorella adolescente alza gli occhi dal cellulare e senza dire niente le si siede di fianco sul divano; tentando di non farsi notare, sta cercando di sbirciare fra le pagine per vedere se trova il bimboanimale che le assomiglia di più.

Mentre le osservavo fare l’elenco in modo scherzoso e libero dei propri difetti, dei propri pregi, delle proprie manie e quelle dei propri genitori, degli amici, degli zii e dei nonni, mi è tornata in mente la descrizione della protagonista di un libro per bambini degli anni 70:


«Restava quasi diritta nel suo personale snello, ma con la testa leggermente inclinata, la bocca sfiorava le ciocche di capelli del padre, e qualche volta vi si appoggiava. Vi era in lei quella dignità semplice, quella grazia piena di nobiltà, che l’avrebbero fatta scegliere da un pittore per rappresentare una principessa fanciulla. Si indovinava in lei una natura alquanto orgogliosa, ma nobilitata da sentimenti delicati, un’anima retta e coraggiosa.»


Confrontando questo ritratto ingessato e normativo di bambina, con tutte le implicazioni di obblighi estetici e morali che implica, e la libertà con cui la bimbatoro l’altra sera sul divano ammetteva ridendo “Sì, sono proprio una testa dura!”, non posso che ringraziare una volta ancora i Santissimi Roald Dahl, Gianni Rodari, Bianca Pitzorno e tutti gli altri autori e autrici che ci hanno ricordato che le bambine e i bambini hanno il diritto di essere sporchi, cattivi, spettinati ed egoisti, che ci hanno regalato una letteratura per bambini che non vuole modellarli, ma solo mostrare loro quanto vasto è il mondo, e complicato.»


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