Emanuele
E quando Emanuele, quarta elementare, mentre parliamo di bullismo, di emarginazione, di diritti calpestati, di coraggio, alza la mano e dice: «Il compagno di mia mamma la picchiava, e le urlava che era scema, e mia mamma voleva lasciarlo ma non ci riusciva, poi un giorno che l’ho sentita nell’altra stanza gridare mentre lui di nuovo la picchiava sono intervenuto, che non ne potevo più, e finalmente è stato allontanato»; e mentre lo dice non vedi rabbia nei suoi occhi, né dolore, perché è un'altra l’urgenza che lo muove, è dirlo forte, dirlo a tutti, è condividere qualcosa che nemmeno le insegnanti gli hanno mai sentito raccontare in questo modo; ecco, allora ti accorgi che stai lavorando nella maniera giusta; che le cose che dici, le storie che scrivi, le cose che fai non servono a muovere rabbie o a estinguere un dolore, ma a aprire nuove strade. Grazie a Emanuele per il suo preziosissimo regalo.
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